sa solo quello che non è
Il CAP10100 apre la nuova stagione con una proposta comunicativa forte, pensata dalla giovane civilista Giorgia Covello per l3 giovan3. Una comunicazione contemporanea, che accoglie l'anima dei nostri spazi e la restituisce esattamente per quello che è: pluralità.
Nel 1992 l'antropologo Marc Augé coniò il termine nonluogo per descrivere tutti quei luoghi che non hanno la prerogativa di essere identitari. Nella sua concezione sono nonluoghi gli ascensori, gli outlet, le sale d'aspetto. Ambiente che non sanno quello che sono, che accolgono le pluralità senza accoglierle per davvero, che non ascoltano, che deumanizzano.
Tutt3 hanno pensato che il CAP10100 fosse un nonluogo, a metà strada tra un teatro e un'aula studio, tra una sala concerti e uno spazio per l'espressività femminista. Un'immagine che dall'esterno potrà sembrare incoerente, di non facile comunicabilità, adolescente e fluida ma proprio per questo contemporanea e vicina al sentire delle nuove generazioni.
La differenza tra il CAP e un nonluogo è semplice: noi sappiamo quello che non siamo, sappiamo che non siamo facilmente definibili, siamo il “Balto” della scena torinese, affettuosi come un Husky, determinati come un lupo e unici come un cane-lupo.
Siamo lo spazio generazione Z e vien da sé che solo una rappresentante di questa generazione, la 19enne Giorgia Covello, coi suoi ricci ribelli e la sua grinta gentile, poteva coglierne lo spirito.
Emiliano Ippolito